Cecchina, alle origini dell´opera buffa

15 NOVEMBRE 09 / Sardies.org

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Sassari - Era il 1760 quando Niccolò Piccinni, 32enne musicista barese, compose a Roma il suo capolavoro giovanile "Cecchina ossia La buona figliola´, una graziosa opera buffa (dramma giocoso in due atti) che tanto successo ebbe in Europa e che consacrò il talento dell´autore pugliese. Anche per Verdi la ´Cecchina´ sarà [quote]la vera prima opera buffa[/quote]. A contribuire al riscontro positivo fu anche il bel libretto di Carlo Goldoni, che fece ricorso nell´occasione allo pseudonimo Polisseno Fegejo. La "Cecchina´ è tratta direttamente da ´Pamela, or Virtue Rewarded´ (Pamela, o la virtù ricompensata), romanzo di Samuel Richardson, da cui Goldoni aveva tratto un´altra opera, ´Pamela nubile´.
Composizione graziosa, si diceva. Ma non leggera, sospesa com´è tra la velata denuncia sociale e il rimando alla trovatella di nobili e celate origini. Classico dei classici, come ´Cenerentola´ di Perrault. Cambia solo la modalità di disvelamento della vera identità. Sono invece confermati i miti dell´Illuminismo, come la lotta contro i pregiudizi di classe e la ´virtù premiata´. Era quello che veniva denominato, con un termine spregiativo, teatro ´larmoyant´, primi tentativi di teatro borghese, che sarebbe poi sfociato nel teatro romantico, anche musicale. Oltre a Goldoni, che ne trasse prima una commedia, ´La buona figliola´, e poi un libretto d´opera, nell´adattamento di ´Pamela´ si cimentò anche Voltaire, con il modesto lavoro ´Nanine´. Piccinni fu l´autore che più di tutti gli altri ricevette i profitti, anche economici, dall´adattamento goldoniano, musicato prima di lui da altri due autori, di certo non passati alla storia, Duni e Perillo. Rappresentata il 6 febbraio 1760 al Teatro delle Dame di Roma, ´La buona figliola´ venne subito chiamata familiarmente ´Cecchina´, in virtù di un successo travolgente, tanto che si parlò di lì a poco di ´moda alla Cecchina´. Fama che percorse tutta l´Europa per approdare nelle colonie americane a Philadelphia e perfino in Cina, dove si dice i Gesuiti portarono una partitura.

La trama – Cecchina lavora come giardiniera presso una ricca famiglia nobile. Il marchese della Conchiglia, suo padrone, la ama, sentimento corrisposto dalla ragazza che però non lo palesa, timorosa della differenza di ceto sociale. Ma c´è anche un altro pretendente, Mengotto, che viene regolarmente respinto. Sandrina, domestica al servizio del Marchese e già amante di Mengotto, invidia tutte queste attenzioni per la giovane trovatella. Arriva nella casa il cavaliere Armidoro, futuro sposo di Lucinda, la sorella del Marchese. Sandrina avverte Armidoro delle origini sconosciute di Cecchina e del fatto che il Marchese la voglia sposare. Profondamente offeso Armidoro minaccia di non sposare la Marchesa. La quale decide, per evitare che il suo matrimonio vada in fumo, di cacciare Cecchina. Ma il Marchese non ci sta e riaccoglie la ragazza. Arriva allora un militare tedesco, alla ricerca della figlia del suo colonnello, che si era persa nei dintorni di casa diversi anni prima durante una guerra. La bambina cercata è Cecchina. Il Marchese può adesso sposarla. Mentre Mengotto cede alle avances matrimoniali di Sandrina.

´Cecchina o La buona figliola´, dramma giocoso in tre atti, è la terza opera del cartellone di quest´anno della stagione dell´Ente Concerti ´Marialisa De Carolis´. Arriva a Sassari in prima rappresentazione assoluta nell´allestimento del Teatro La Fenice di Venezia. Il regista Francesco Bellotto sposta l´ambientazione dall´Italia del Settecento agli Stati Uniti degli anni ´20. E lo fa in maniera convincente, anche se non completamente. Manca infatti qualcosa, difficile da cogliere. Forse è il contrasto tra le musiche, di un Settecento pieno, e il palcoscenico. Cambiano anche i caratteri dei personaggi: Cecchina è una fioraia, Mengotto un autista, Armidoro un militare dai baffetti hitleriani, Lucinda diventa Crudelia della Carica dei 101. Compare anche un barbone, personaggio non previsto da Piccinni. Nel complesso comunque l´adattamento regge.

Bravi gli interpreti. Gabriella Costa (soprano) è Cecchina; Fabio Previati è Mengotto (baritono); Francesca Pierpaoli (mezzosoprano), in questa stagione impegnata anche nella ´Cenerentola´ rossiniana, è Paoluccia, sistemata come Mami di ´Via col vento´, ovvero opportunamente scurita nella carnagione. Superlativa, e lo si capisce subito, è la spagnola Sandra Pastrana (soprano), che interpreta Armidoro, ruolo affidato in origine a un sopranista castrato anche se esistono versioni con voce maschile. Insopportabile è al contrario la giapponese Tomoko Masuda (soprano), cioè la Marchesa Lucinda: troppi urli da principiante, che purtroppo strappano il convinto applauso nella passerella finale al pubblico sassarese. In genere i giapponesi, ottimi interpreti per esempio di Bach e Mozart (soprattutto nelle esecuzioni filologiche di scuola tedesca con strumenti d´epoca), non difettano di tecnica vocale: in questo caso è l´opposto, la Masuda è fuori ruolo. Promossi Valentina Vitti (soprano), che interpreta Sandrina, e Omar Montanari (basso), un simpatico Tagliaferro. Disorganico infine Domenico Menini (tenore), ovvero il Marchese della Conchiglia: problematico nel primo atto sentirne la voce.

L´orchestra dell´Ente Concerti, forse non adatta per l´opera buffa (troppo pesante, serviva un´orchestra più snella specializzata nel repertorio settecentesco, anche con strumenti del periodo), è stata diretta da Alessandro Benigni. Le scene, ben congegnate con due piani di rappresentazione, erano di Massimo Cecchetto; i costumi di Carlos Tieppo; il disegno luci di Giovanni Pirandello. I movimenti coreografici sono stati curati da Livia Lepri.

Si replica domenica 15 novembre alle 16,30.

(Luca Foddai)

L'opera

Cecchina o la buona figliola

Cecchina o la buona figliola

Esordisce a Sassari - negli annali sardi si registra una sola rappresentazione, ma a Cagliari, agli inizi del diciannovesimo secolo - Cecchina o La buona figliola, dramma giocoso di Nicola Piccinni...

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