Due Barbieri e un solo regista, Carniti

30 OTTOBRE 10 / L´Unione Sarda

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Lirica. Oggi debutta a Sassari l´opera di Paisiello e a novembre quella di Rossini

Per Rosina una grande gabbia fatta di corde di teatro bianche


Due Barbieri di Siviglia per un solo regista, Marco Carniti, chiamato dall´Ente Concerti di Sassari a mettere in scena al Verdi, a distanza ravvicinata, le opere di Giovanni Paisiello e Gioachino Rossini ispirate a Beaumarchais. La prima, meno nota al grande pubblico, debutterà stasera alle 20.30 (domani replica), la seconda, celeberrima, sarà proposta con quattro recite dal 17 novembre.
Un´operazione intrigante, interamente prodotta dal Marialisa De Carolis, che di questi tempi grami ha il sapore di un piccolo miracolo. Una scommessa sul piano economico e progettuale. E una sfida stimolante per questo eclettico regista milanese quarantasettenne, che a Sassari ha messo in scena in tempi recenti il Werther di Massenet e Der Schauspieldirektor di Mozart e al Lirico di Cagliari ha ripreso l´ Aida di Medcalf ed è stato aiuto regista di Giancarlo Del Monaco nell´ Andrea Chénier .
Un ricco percorso di studio, il suo, che partendo dalla danza e passando attraverso la recitazione, è approdato alla regia teatrale, lirica e cinematografica. Carniti ha lavorato con Grotowski e Bob Wilson, ha recitato per Fellini, si è formato al Piccolo di Milano come aiuto regista di Strehler, ha collaborato con registi di prestigio, da Del Monaco, a Maurizio Scaparro, da Pet Halmen a Gilbert Deflo, ha diretto una compagnia di attori all´Eliseo di Roma per il Progetto giovani.
Sleeping Around , la sua prima opera cinematografica, ha vinto sei premi al Festival Internazionale di Cinema di Ibiza. Attualmente Carniti lavora alla sceneggiatura di un film su una madre coraggio siriana che salva il figlio omosessuale dal carcere, e sarà presto in Spagna al Festival mozartiano in Coruna con la Clemenza di Tito. Al Piccolo di Milano e all´India di Roma porterà poi un testo sull´autismo, Spoonface, scritto dall´autore di Billy Elliott, Lee Hall, e dedicato dal regista al patrigno, il celebre neuropsichiatra novantasettenne Giovanni Bollea.
Lei si è distinto per le sue riletture originali e contemporaneee, pensiamo al tema del bullismo nel ´Rigoletto´ spoletiano di due anni fa. Che cosa dovremo aspettarci da questo doppio Barbiere?
[quote]Innanzitutto, un rovesciamento. Ai loro tempi Rossini rappresentava la novità e Paisiello la tradizione. Qui ho capovolto il rapporto. Il barbiere di Siviglia di Paisiello (1782) che il pubblico vedrà in questi giorni sarà inserito in una non meglio definita contemporaneità, quello di Rossini (1816) sarà al contrario consolidato in un´immagine più classica. Tema comune, la prigionia di Rosina in una casa che non ama. Ed è anche la prigionia esistenziale e politica di molte donne di oggi[/quote].
La scena come carcere?
[quote]Diciamo che in Paisiello avremo spazi astratti che simulano una grande gabbia, in Rossini sarà una voliera a rappresentare la costrizione. Ho chiesto agli scenografi, Nicolas Hunerwadel e Francesco Scandale, di realizzarmi un perimetro teatrale assoluto, delimitato da semplici corde di teatro dipinte di bianco, un palcoscenico-gabbia come metafora di un mondo di clausura. Il balcone di Rosina sarà una sorta di globo, sfera, utero, sogno. Ad accogliere l´uccellino in gabbia, a rappresentare la donna intoccabile e chiusa nel suo mondo[/quote].
Che cos´altro accomunerà le due produzioni?
[quote]Sicuramente l´inizio. Si parte in entrambi i casi da un backstage, vedremo il teatro dietro le quinte, con i cantanti che arrivano e poi indossano i costumi, trasformandosi sotto i nostri occhi nei personaggi che rappresentano. Sia la prima che la seconda opera sfuggono poi alla visione tradizionale un po´ da cartone animato, i personaggi sono più affini a Goldoni e a Molière che a Feydeau, affrontano le grandi metafore dell´umanità. Preparatevi comunque a vedere Figaro impiegato in una SPA, e il conte di Almaviva in pieno relax[/quote].
Un´operazione stimolante, fatta soprattutto di idee (pensiamo alle corde di teatro). Perfetta in un´epoca di risparmi forzosi...
[quote]Direi di sì. Io credo che oggi più che mai siano importanti i contenuti e la creatività. Se riusciamo a utilizzare un´estetica povera va benissimo...Vuole un esempio? Le torte del matrimonio sono fatte con la carta igienica. C´è qualcosa di meno costoso e di più simbolico?[/quote]

L'opera

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