Rigoletto nella tradizione Sipario tra gli applausi per la stagione lirica

10 DICEMBRE 10 / La Nuova Sardegna

Facebook Twitter Posta elettronica WhatsApp Telegram
Molto precisa la direzione di Hirofumi Yoshida, ma talvolta priva di anima e indifferente nei confronti delle ragioni della voce

ANTONIO LIGIOS

SASSARI. Cala il sipario sulla sessantasettesima stagione lirica dell´Ente Concerti Marialisa De Carolis, una stagione che, nonostante l´ancoramento ai classici del melodramma del XIX secolo, non ha fatto registrare da parte del pubblico quell´entusiasmo che ci si aspetterebbe quando sulla scena risuonano le melodie di Rossini, Donizetti e Verdi. Le ragioni delle accoglienze tiepide se non addirittura - in alcuni casi - caratterizzate da un forte dissenso, vanno ricercate in prevalenza in certe scelte riguardanti regia e allestimento, obiettivamente non sempre condivisibili, e comunque non gradite dallo zoccolo duro del pubblico di un teatro di provincia che di opere - quando va bene - ne vede tre o quattro per stagione, e queste poche opere le vuole gustare in una veste il più possibile conforme alla cosiddetta ´tradizione´.
Con il Rigoletto di Giuseppe Verdi, melodramma che ha chiuso la stagione di quest´anno, il De Carolis è ritornato - per ciò che riguarda l´allestimento - ad un sostanziale rispetto delle convenzioni visive che il pubblico si aspetta quando si mette in scena il capolavoro verdiano: e i lunghi e reiterati applausi che hanno suggellato la prima recita confermano questa impressione. Non basta però rispettare le convenzioni per produrre uno spettacolo decoroso. L´allestimento visto al Verdi, frutto di una coproduzione fra il De Carolis, il Teatro Coccia di Novara, la Fondazione Gaetano Donizetti di Bergamo e il Teatro del Giglio di Lucca, era francamente sotto tono: un trionfo di pacchianeria e di poche idee, non tutte felicissime, dovute all´invenzione di Ivan Stefanutti, che ha firmato non solo le scene ma anche i costumi e la regia. L´impianto scenico è dominato da una grande cornice barocca e da scorci di edifici, il tutto immerso in un clima lugubre e luttuoso, che non si affievolisce mai. Fra le idee degne di nota rileviamo soltanto - nel secondo atto - lo scivolamento, dalla camera da letto del Duca, di uno stuolo di fanciulle, usate e trascinate via, che ben rappresentano, insieme ai servi di scena abbigliati da satiri, il motivo della sessualità compulsiva del Duca. Ma Rigoletto è soprattutto il dramma di una paternità profonda e tragica, che evidentemente a Stefanutti interessa molto meno.
Rigoletto è l´opera della svolta, nella maturazione teatrale verdiana, un´opera complessa che richiede non solo ritmo teatrale adeguato ma anche una grande cura per il dettaglio. Hirofumi Yoshida dirige con estrema precisione ottenendo notevoli risultati dall´ottima Orchestra dell´Ente, ma il melodramma italiano - e verdiano in particolare - è tutto un gioco di inflessioni, di morbidezze, di quell´´andar col canto´ che è l´anima del teatro musicale del XIX secolo, tutte qualità sconosciute al direttore giapponese: per cui la sua direzione è risultata molto ragionieristica, priva di anima e troppo indifferente nei confronti delle ragioni della voce.
Sul palcoscenico Marzio Giossi, nonostante la modesta presenza scenica, riesce a trasmettere, grazie ad una vocalità ricca e composta, tutta l´umanità e la complessità psicologica di Rigoletto. Ji Hye Son, che avevamo apprezzato l´anno scorso nella Lucia di Lammermoor, si destreggia molto bene nei panni di Gilda, grazie a mezzi vocali di prim´ordine. Desta ottima impressione il tenore Piero Pretti, uscito dalla scuola di Antonietta Chironi, che delinea un Duca forse più incline a valorizzare la componente amorosa del secondo atto piuttosto che la spregiudicatezza erotica del primo e del terzo, ma non per questo meno meritevole di apprezzamento per la sua vocalità sicura negli acuti e per una grande capacità di esprimersi con notevole duttilità. Nel resto della compagnia si segnalano per una felice prova anche Andrea Mastroni (Sparafucile) e Annunziata Vestri (Maddalena), ma anche gli altri interpreti non sfigurano. Ottima infine la prova del Coro dell´Ente istruito con la consueta professionalità da Antonio Costa.
Oggi Rigoletto si replica (ore 20.30) con il tenore Tito Beltran al posto di Piero Pretti; la terza e ultima recita è programmata per domenica 12 alle 16.30.

L'opera

Rigoletto

Rigoletto

Una delle opere più eseguite nella storia della Stagione lirica di Sassari - fu diretto anche da Luigi Canepa nel 1886 , Rigoletto (1851), torna in città per la chiusura del cartellone...

Notizie, eventi, recensioni, rassegna stampa e promozioni delle rappresentazioni.

Articoli