«Casta diva» sotto tono

16 OTTOBRE 11 / La Nuova Sardegna

Facebook Twitter Posta elettronica WhatsApp Telegram
Buona, ma fredda l´interpretazione di Norma



Non convincente la prova di Maria Billeri, apprezzabili invece sia la regia sia la direzione



Si è aperta nella consueta elegante cornice propria di ogni Prima la stagione lirica del De Carolis: un appuntamento alimentato da una tradizione che, nonostante le difficoltà in cui versa tutto lo spettacolo dal vivo, e in particolare proprio la lirica, continua a mantenersi viva.
L´inaugurazione è avvenuta nel segno di uno dei tre grandi maestri del melodramma romantico italiano: Vincenzo Bellini. Del [quote]cigno[/quote] di Catania è stato proposto il capolavoro assoluto, la tragedia lirica in due atti Norma, scritta nel 1831 su libretto di Felice Romani, che mancava dal palcoscenico del Verdi da dieci anni, e che è stata salutata da un successo pieno, attribuito non solo all´allestimento e alla regia (al cui indirizzo si è percepito solo un timido dissenso), ma anche alla direzione e alla prova complessiva della compagnia di canto.
Norma è figlia di un robusto neoclassicismo generato sul piano letterario ed espressivo dai versi di Felice Romani e sul piano compositivo dalla formazione accademica, napoletana, dello stesso compositore. Ma sarebbe semplicistico ridurre Norma a questo tipo di schema interpretativo. E questo perché l´intreccio dell´opera sviluppa una drammaturgia tipicamente romantica, essendo tutto giocato sull´alternanza e sulla compenetrazione del motivo pubblico, che si manifesta nei momenti collettivi e rituali, con quello privato, nel quale i sentimenti generano grandi passioni e profondi conflitti che vedono protagonisti Norma, Adalgisa e Pollione.
Del resto la conflittualità tra i due elementi sta alla base della complessità psicologica e teatrale della protagonista, che sovrappone i ruoli della sacerdotessa, dell´amante e della madre. Ecco perché all´interprete di Norma si richiedono doti straordinarie - sia vocali che sceniche - che certamente aveva la prima interprete, Giuditta Pasta.
Maria Billeri, che ha interpretato già numerose volte il ruolo della protagonista, ha offerto un buona prova, sia dal punto di vista interpretativo che da quello squisitamente vocale. Beninteso, la sua [quote]Casta diva[/quote] non emoziona ed è tutt´alto che impeccabile dal punto di vista della condotta vocale, e i suoi recitativi sono spesso poco inclini ad approfondire la varietà d´accenti della recitazione: però, pur non eccellendo in fatto di presenza scenica, la Billeri ha offerto al pubblico una Norma nel complesso intensa e coinvolgente, sicura nel canto di agilità ed anche in quello disteso. Più convincente ci è sembrata l´Adalgisa di Veronica Simeoni, voce davvero importante e dalla personalità musicale profonda, capace di commuoversi e di commuovere.
Apprezzabile il Pollione di Lorenzo Decaro, particolarmente fiero nel canto declamato e molto efficace sul piano espressivo nella scena conclusiva. Anche l´Oroveso di Dario Russo, con la sua voce ampia e pastosa, ha tratteggiato il personaggio in modo maestoso ma anche con la ferocia richiesta ad esempio all´attacco di [quote]A del Tebro[/quote]. Buona anche la prova di Lavinia Bini (Clotilde) e Matteo Falcier (Flavio).
In un´opera in cui i contenuti vocali sono essenziali per la riuscita dello spettacolo, è naturale iniziare il resoconto critico dal cast. Ma il successo di questo primo titolo della stagione deriva anche da altri fondamentali apporti. Dal giovane direttore spagnolo Sergio Alapont, che ha dato uno spiccato carattere all´opera pur peccando - a volte - di concitazione e di scarsa attenzione per le necessità delle voci quanto a duttilità agogica: la sua condotta è stata peraltro facilitata da un´ottima Orchestra dell´Ente, che lo ha assecondato senza alcuna sbavatura. Ottimo anche l´apporto della Corale Santa Cecilia diretta da Gabriele Verdinelli: sicura, compatta, spietata nel celebre [quote]Guerra, guerra![/quote] e vocalmente inappuntabile.
Ma il meritato successo di questa Norma proviene anche dalla regia di Andrea Cigni, che ha puntato molto sul contrasto tra il misticismo e la ritualità collettiva dei Druidi e le passioni, borghesi, dei personaggi. In questo senso l´impianto scenico modulare dal sapore post-moderno, tutto giocato sul contrasto legno-plastica (firmato da Dario Gessati) e su un sapiente gioco di luci (opera di Valerio Tiberi) ha conferito al dramma, grazie anche ai costumi di Simona Morresi, una dimensione al di là della storia, quale è quella, in fondo, della vicenda umana rappresentata da Norma.
Oggi alle 16,30 l´opera va nuovamente in scena; una seconda replica è programmata per martedì 18, alle 20,30.


ANTONIO LIGIOS

L'opera

Norma

Norma

Opera di casa a Sassari - dopo Il barbiere di Siviglia è la più rappresentata nella storia - Norma mancava in città da dieci anni .Tratta dalla tragedia Norma, ou...

Download

Notizie, eventi, recensioni, rassegna stampa e promozioni delle rappresentazioni.

Articoli