La signora che progettava con la musica e la filosofia

2 NOVEMBRE 12 / La Nuova Sardegna

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È scomparsa a Milano a 84 anni. Tra i suoi lavori la Gare d´Orsay a Parigi


E´ stato l´unico architetto donna che, in Italia, abbia trovato spazio e avuto commesse importanti, realizzato opere rimarchevoli, partecipato da protagonista ai movimenti culturali dell´architettura nella seconda metà del ´900. Gae Aulenti, scomparsa mercoledì, pur essendo nata in Friuli da padre di origini pugliesi, è una delle donne più "milanesi" che io abbia incontrato nella città del primo "boom" economico, dove il design aveva avuto e aveva un ruolo d´avanguardia. E nel design Gaetana Aulenti, detta Gae, aveva dato le prime prove di sé, come nella rivista "Casabella" diretta da Ernesto Nathan Rogers, l´autore della Torre Velasca nonché socio fondatore dello storico Studio BBPR (Banfi, Belgioioso, Peressutti e Rogers), lavorando per la Fiat e per l´allora immancabile Olivetti. Sua, ad esempio, la lampada pipistrello per la Martinelli Luce del 1963. Laureata al Politecnico di Milano, era diventata assistente di Giuseppe Samonà, uno dei maestri dell´architettura e dell´urbanistica del tempo, e poi dello stesso Ernesto Nathan Rogers al "Poli" di Milano. Ad onta del suo modo severo di presentarsi, col capello cortissimo da statua ellenica e vestiti che, lo rimarcava lei stessa, erano "soltanto suoi", Gae era invece temperamento creativo versatile, neoliberty. Anche negli anni del successo internazionale per il nuovo museo degli impressionisti a Parigi, alla Gare d´Orsay (una donna vincitrice, caso assai raro), si dedicava con intensità al teatro in musica. Ricordo bene la "prima" in epoca moderna all´Auditorium Pedrotti di Pesaro dello smagliante "Viaggio a Reims" di Rossini, non più dato dal 1825, riscoperto da Philip Gossett e diretto da Claudio Abbado, con la regia ispirata di Luca Ronconi e scenografie dell´Aulenti, in perfetta sintonia con quella festa colta e ironica. Con Ronconi firmerà poi l´onirica messa in scena di un´opera musicalissima di Rossini, "Ricciardo e Zoraide", una sorta di Aida nel deserto della Nubia. Ed era la stessa persona che aveva lavorato alla Scala per il cupo "Wozzeck" di Berg come per il non meno severo "Donnestag aus licht" di Stockhausen. Certo, era stato il Musée d´Orsay a darle fama planetaria. Lì aveva lavorato dall´80 all´87, assieme a tre colleghi francesi (Bardon, Colboc e Philippon) subito dimenticati, provvedendo anche a tutto l´allestimento e per quell´opera le avrebbero conferito la Légion d´honneur. Museo amato e criticato. Molti visitatori ne parlarono e ne parlano con ammirazione. Invece anche al presidente François Mitterrand era sembrato un po´ debordante nel suo aspetto decorativo. Un collega (maschio) italiano buttò là: [quote]Se c´erano gli elefanti, era perfetto per l´Aida[/quote]. Ciononostante, in Francia venne inclusa nel "Dizionario delle donne celebri di tutti i tempi e di tutti i paesi". A San Francisco Gae Aulenti sconfisse due archistar come l´americano Richard Meier e il cino-americano Pei nel concorso per la trasformazione di una severa biblioteca nella mastodontica sede del ricchissimo Asian Art Museum costato 160 milioni di dollari. Ma sue opere importanti sono anche a Barcellona, a Tokio, a Siviglia. In Italia, fra i suoi lavori più significativi, il totale riallestimento di Palazzo Grassi sul Canal Grande come sede di mostre. Anche qui con più consensi fra il pubblico che fra i colleghi. Ma andava avanti per la sua strada con le proprie idee. Una era questa: [quote]Ho imparato molto presto che quando un´opera riscuote il 50 per cento di pareri favorevoli e il 50 di contrari è un successo. Vuol dire che c´è discussione. Un plebiscito mi metterebbe in agitazione. Piacere a tutti, non va bene[/quote]. Oppure: [quote]A Milano e a New York mi riconoscono per strada. Ma io non ci casco. Resisto alle interviste, e soprattutto odio i dibattiti di tuttologia[/quote]. Credeva invece nella interazione fra le varie discipline. [quote]Non si può fare architettura senza conoscere la musica, la filosofia, l´arte, la letteratura[/quote]. Insomma, scabra, severa e creativa, passata con autorità fra consensi e contestazioni.

L'opera

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