Un repertorio per gli esperti sassaresi

1 SETTEMBRE 20 / La Nuova Sardegna

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«Salire su quel palco avrà un valore simbolico vorrà dire che dopo il duro periodo di isolamento la ripresa è iniziata. Ci vuole ancora tanta prudenza e consapevolezza da parte di tutti noi per tornare gradualmente alla normalità perchè il Covid è una battaglia ancora in corso che dobbiamo vincere utilizzando le giuste strategie». La pandemia ha interrotto altri suoi importanti progetti artistici? «Nel periodo pre Covid stavo vivendo una fase magica del mio lavoro con un "Nabucco" diretto da Andrea Cigni che avrebbe debuttato a Palermo per poi andare in Giappone. Mi aspettava anche il Bolshoi di Mosca e una nuova stagione all'Arena di Verona. È tutto ancora congelato ma sono certo che presto il teatro in Italia si riprenderà. L'occasione di fermarsi, di avere tempo per lavorare a nuovi progetti, di studiare, è stata una delle poche cose positive del lock down. Ho lavorato molto e definito con maggior chiarezza tanti progetti che avevo in cantiere da anni».Anche l'idea del concerto in piazza d'Italia è nata in quarantena? «Già prima del lock down con il direttore artistico Stefano Garau e i vertici del De Carolis avevamo fissato le date del concerto. Si prevedevano diverse serate al Comunale. Poi il mondo si è fermato. La volontà di fare comunque il concerto, di trovare una soluzione è stata forte sia da parte mia che da parte dell'Ente Concerti, un'istituzione con la quale negli ultimi anni ho intrapreso con grande gioia un rapporto costruttivo ed eccoci qui a portare la lirica in piazza d'Italia. Devo dire poi che questo concerto per me oltre, l'emozione e il valore simbolico di cui parlavo rappresenta anche un sogno che si realizza. Da anni lavoro ad un progetto in cui credo molto quello di portare la lirica fuori dai teatri. Per far vivere il bel canto bisogna andare nelle piazze fra la gente proporlo non solo ai suoi estimatori ma anche a chi non la conosce. In questi anni grazie al supporto di Gianni Marsili (il produttore di artisti come Zucchero, Gianni Morandi e Riccardo Cocciante ndr ) abbiamo rappresentato un'opera come "Tosca" in un battello sul Tevere mentre il pubblico ci seguiva dalle rive del fiume. È stato un grande successo che abbiamo replicato più volte. Credo che la lirica non si debba "attualizzare" attraverso bizzarre scelte di regia o ambientazioni moderne ma grazie a nuove modalità di fruizione che avvicinino a questa forma d'arte meravigliosa il pubblico di tutte le età». Qualche anticipazione sulla scaletta del concerto?«Collaboro da tanti anni con il direttore Sergio Oliva, abbiamo deciso di creare un programma godibile, pensato per il pubblico sassarese di appassionati conoscitori dell'opera, ma anche di facile ascolto dedicato a chi magari si avvicina per la prima volta a questo genere. Abbiamo deciso di inserire alcune arie del "Nabucco" opera che rappresenta simbolicamente la rinascita. La scaletta è pensata per entrare in sintonia con la piazza con semplicità ed immediatezza».Sconfitto il Covid la vedremo presto al Comunale? «Spero davvero che entrambe le cose diventino realtà. Ma ho anche un altro sogno nel cassetto: costruire un rapporto ulteriore legato al territorio e alla formazione. C'è un energia frizzante in Sardegna e mi piacerebbe lavorare ad un progetto pensato per i giovani per contribuire a quell'educazione al bello necessaria al futuro di ogni forma d'arte». Monica Demurtas

L'opera

Concerto lirico-sinfonico

Concerto lirico-sinfonico

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