Una ´Norma´ di successo e scena da post-apocalisse

16 OTTOBRE 11 / L´Unione Sarda

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Per la Stagione lirica di Sassari il ritorno al Verdi del capolavoro di Bellini



Convince Maria Billeri, perplessità sulla regia



Una ´Norma´ nella norma al primo atto, poi l´atmosfera si è scaldata. E non solo per il finale con il muro di fiamme eruttato dalle grate sul palco quando la sacerdotessa è salita al rogo insieme all´amato Pollione. Merito anche dell´accresciuta intensità delle emozioni e dell´interpretazione dell´omogeneo cast italiano diretto dallo spagnolo Sergio Alapont. Il ritorno al Verdi di Sassari del capolavoro di Bellini è stato accolto col pienone e un buon successo. Per tutti o quasi.
Apprezzata (quasi un´ovazione) la prova del soprano Maria Billeri. Magari la cavatina ´Casta diva´ non è stata da pelle d´oca come quando si ascoltano (scomodi paragoni) la divina Maria Callas, o anche l´incomparabile Joan Sutherland e la grandissima Monserrat Caballé. La cantante toscana ha comunque mostrato adeguate estensione e coloritura per un personaggio complesso a tripla sfaccettatura: sacerdotessa dei Druidi, amante e madre. Ruoli che riesce ad onorare non assecondando il desiderio di vendetta (uccidere i figli avuti da Pollione) e sacrificandosi perché consapevole di aver comunque tradito il voto di castità del sacerdozio.
Maria Billeri sarebbe stata ottima se avesse proposto più sfumature, ma ha comunque retto molto bene. Particolarmente riusciti i duetti con la rivale in amore e amica Adalgisa, interpretata da una sicura Veronica Simeoni, e il finale con Pollonio, cui il tenore Lorenzo Decaro ha dato il timbro adatto al ruolo di proconsole romano e ´fedifrago´ che preferisce la più giovane Adalgisa a Norma. Salvo capire nel finale la differenza tra innamoramento e amore profondo. Anche Decaro avrebbe bisogno di lavorare un pochino sull´espressività, ma parte da una buona base. Prestazioni pulite del basso Dario Russo (Oroveso), del soprano Lavinia Bini (Clotilde) e del tenore Matteo Falcier (Flavio, amico di Pollione). Come l´anno scorso applausi per Sergio Alapont, direttore d´orchestra dell´ente Decarolis: direzione appassionata ed energica la sua, magari anche troppo in alcuni momenti, dove rallentare avrebbe dato più incisività al lirismo mistico. Efficace il coro della Polifonica Santa Cecilia, diretto da Gabriele Verdinelli.
Pubblico non unanime invece per il regista Andrea Cigni. Con la collaborazione dello scenografo Dario Gessati ha proposto una scenografia scarna anche nei colori (rossi solo il vischio che anticipa la tragedia e ogni tanto la luna), quasi da post-apocalisse: strutture in legno (scale e balaustre) e fondale in plastica (ottomila insalatiere). [quote]Volevo il contrasto tra il materiale più antico del mondo per il palco e quello moderno, e poi la plastica consente di ottenere con le luci riflessi e rifrazioni idonee a rappresentare la selva umida e molto utili ai cambi di scena[/quote]. Soluzioni interessanti, ma che non hanno aggiunto o tolto granché all´allestimento, anche se hanno superato l´effetto olografico dell´abusata selva gallica.

Giampiero Marras

L'opera

Norma

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