SASSARI Ha riscosso un grande e meritato successo ´La Traviata´ di Verdi andata in scena al Comunale (questa volta tutto esaurito), come ultimo titolo della settantesima stagione lirica dell´Ente concerti Marialisa De Carolis. Punto di forza di questa produzione era sicuramente l´allestimento ideato più di vent´anni fa per lo Sferisterio di Macerata dal grande scenografo e regista Josef Svoboda, ´ridotto´ per il Comunale da Benito Leonori. Si tratta di un allestimento caratterizzato dal grande fondale a specchio che riflette costantemente la scena creando un ´doppio´ che assicura allo spettatore un brechtiano effetto di straniamento. Le scene, dipinte su grandi teli stesi sul palcoscenico, si rispecchiano sul fondale e vengono ´sfogliate´ da terra una ad una, sino a lasciare nel finale d´opera il pavimento del palcoscenico completamente nudo. A questo punto però il fondale a specchio riflette progressivamente l´immagine della platea del teatro: in questo modo il pubblico viene proiettato dentro il dramma, da spettatore diventa correo di un epilogo tragico che denuncia tutte le responsabilità e le ipocrisie della società borghese rispetto alla vicenda. Su questo impianto la regia di Henning Brockhaus si muove con assoluta coerenza, esaltando alcuni elementi della storia che spesso vengono nascosti, come la collocazione del personaggio di Violetta in un contesto sostanzialmente prostitutivo, inserito in un quadro di rifiuto del mondo borghese. Brockhaus sviluppa inoltre una visione onirica, ad esempio nel preludio, quando accosta azioni dell´opera che accadranno successivamente in tempi diversi, rifiutando ogni tentazione realistica a vantaggio di una lettura dove primeggiano gli elementi simbolici. Ultima nota positiva di questo allestimento i costumi di Giancarlo Colis, davvero molto belli. La responsabilità musicale dello spettacolo è affidata a Francesco Lanzillotta. La sua direzione assicura un buon ritmo narrativo e una grande cura degli equilibri sonori e degli effetti chiaroscurali, anche se a volte risulta troppo serrata. Sul palcoscenico si segnala l´ottima prova della giovanissima debuttante Francesca Dotto, bellissima voce sorretta da un´ottima tecnica: la sua Violetta manca ancora di maturità e intensità, com´è ovvio, ma siamo sicuri che in futuro sentiremo parlare molto di questa giovane interprete. Alessandro Scotto di Luzio è nel complesso un buon Alfredo, il suo canto è morbido e il fraseggio sempre elegante, a volte ci aspetteremmo però un po´ più di passione. Centratissimo invece il Germont di Simone del Savio, che sfoggia un bel accento lirico e una grande finezza interpretativa. Il resto della compagnia alterna alti e bassi (Chiara Fracasso, Gianluca Margheri, Salvatore Grigoli, Francesco Solinas e Matteo Desole, l´unico davvero convincente) ; ottima invece la prova del Coro dell´Ente, istruito con grande cura da Antonio Costa, e dell´Orchestra.
(Antonio Ligios)
La traviata, opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, è basata su La signora delle camelie, opera teatrale di Alexandre Dumas (figlio), che lo stesso autore...
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