Un Rossini a colori

30 OTTOBRE 09 / La Nuova Sardegna

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[quote]Cenerentola[/quote] in scena al Teatro Verdi di Sassari

Molto buone la regia di Gianni Marras e la scenografia

Mancava dal palcoscenico del Verdi dal 1994 [quote]La Cenerentola[/quote] di Gioachino Rossini, una delle opere - tra quelle scritte dal compositore pesarese - sicuramente più amate dal pubblico, pur non possedendo quella capacità di pieno coinvolgimento di uno spettatore medio, anche di quello che abitualmente non frequenta il repertorio lirico, come ad esempio accade invece con l´altro grande capolavoro rossiniano, [quote]Il Barbiere di Siviglia[/quote]. E il ritorno di questo gioiello del repertorio comico ha fatto segnare un pieno successo per un allestimento che presentava molte luci ma anche qualche ombra.
Quello visto al Verdi era una nuova produzione firmata dal regista Gianni Marras, che ritornava nella sua città dopo la bella regia della [quote]Pietra del paragone[/quote] andata in scena nella stagione passata. La chiave di lettura della [quote]Cenerentola[/quote] messa a punto da Marras è partita da un assunto pienamente condivisibile, e cioè che nell´opera confluiscono diversi piani teatralmente rilevanti. Quello propriamente buffo, di ascendenza settecentesca, quello tipico di certi drammi giocosi che alludono - nella patina melanconica di alcuni personaggi (Angelina è uno di questi) - ad una sensibilità già pre-romantica, e quello della fiaba, peraltro fortemente ridimensionato nella trasposizione librettistica operata da Ferretti.
Marras ha avuto il merito di tessere una regia che non ha trascurato nessuno di questi elementi, che si è fatta guidare dalla musica di Rossini e da quei suoi meccanismi [quote]astratti[/quote] così tipici del suo linguaggio, da quel lucido e spietato razionalismo musicale che spesso è alla base della sua comicità, e che ha mirato ad una garbata attualizzazione della vis comica presente nell´opera. In questa operazione ha potuto contare su un perfetto accordo con Davide Amadei, che ha disegnato un razionalissimo e funzionale impianto scenico, le cui tinte neutre hanno ben contrastato con la sgargiante policromia dei bei costumi disegnati da Luisella Pintus, confezionati con materiali [quote]poveri[/quote] ma non per questo meno ricercati. Insomma, una comunione di intenti pressoché perfetta, finalizzata alla costruzione di un impianto espressivo - e conseguentemente anche di una gestualità - moderni, di matrice che potremmo definire, a tratti, quasi fumettistica.
Sul piano musicale dobbiamo invece registrare l´inadeguatezza della direzione di Stefano Vignati: spenta sin dalla Sinfonia, discontinua, priva di dinamicità, poco attenta a dosare gli equilibri di una partitura che è un gioiello di trasparenza strumentale, troppo imprecisa negli accompagnamenti e nel coordinamento orchestra-palcoscenico, soprattutto nei pezzi di assieme dove gli sfilacciamenti sono stati davvero troppi.
Per fortuna che sul palco si muove una compagnia che si avvale di alcune ottime individualità, prima fra tutti quella di Daniela Pini, che ha delineato una Cenerentola squisita, elegante, precisa ed espressiva nelle complesse vocalizzazioni, sempre delicata nel fraseggio che, pur non rinunciando ad un certo corpo vocale, si dispiega in fascinosi toni melanconici. Anche Antonio De Gobbi risulta molto convincente nel personaggio di Don Magnifico, un [quote]buffo parlante[/quote] che ha bisogno di eleganza, disinvoltura e di una ricca tavolozza di colori, tutte qualità che a De Gobbi certo non mancano. Daniele Zanfardino tratteggia un accettabile Don Ramiro, ma non sempre le agilità - che Zanfardino padroneggia bene sul piano tecnico ma che in Rossini richiederebbero generalmente la voce piena - sono sciorinate evitando certi toni leziosi e una qualche meccanicità.
Morbido nella linea del canto ma vocalmente molto leggero e teatralmente poco incisivo il Dandini di Antonio Vincenzo Serra, un giovane con delle belle qualità che però non ci sono sembrate centrate per questo ruolo. Incisive e divertenti infine la Clorinda e la Tisbe di Maria Carla Curia e Francesca Pier Paoli, ed efficace l´Alidoro di Paolo Pecchioli.
Anche il coro maschile della Polifonica Santa Cecilia, istruito con molta cura da Gabriele Verdinelli, ha offerto un´ottima prova, anche sul piano della disinvoltura scenica. Altrettanto possiamo dire dell´Orchestra dell´Ente, non colpevole evidentemente delle molte imprecisioni dovute ad una concertazione e direzione tutt´altro che impeccabili.
Questa sera alle 20,30 [quote]La Cenerentola[/quote] si replica al Teatro Verdi una prima volta; l´ultima recita prevista, come di consueto, è programmata per domenica prossima, 1 novembre, alle ore 16,30.

(Antonio Ligios)

L'opera

La cenerentola

La cenerentola

La cenerentola o La bontà in trionfo debuttò al Teatro Valle di Roma nel 1817 e non molti anni più tardi, nel 1831, arrivò in Sardegna, sia al Teatro Civico di Sassari che...

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