Nel cuore di Turandot, principessa di ghiaccio salvata dall´amore

12 OTTOBRE 17 / La Nuova Sardegna

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dI Monica De Murtas

SASSARI "Turandot", la grande incompiuta di Giacomo Puccini, è stata presentata al Conservatorio Canepa in una Sala Sassu gremita di pubblico, inaugurando così con successo il nuovo ciclo di presentazioni della Stagione lirica 2017 del "De Carolis". La scelta della nuova location e dell' orario mattutino voluta dal nuovo direttore artistico Stefano Garau si è mostrata vincente consentendo anche a tanti studenti di poter partecipare, accompagnati dagli insegnanti. Dopo l'introduzione della musicologa Paola Cossu, che ha ricostruito la trama dell'opera, a raccontare al pubblico le intricate vicende legate alla genesi di "Turandot" è stato Paolo Gavazzeni, regista e attuale direttore artistico di Sky Classica HD. Gavazzeni ha raccontato gestazione ed esordio di un'opera pietra miliare del teatro musicale. «Puccini nei primi anni del '900 - ha detto Gavazzeni - alla morte di Verdi raccolse il testimone della grande tradizione del melodramma. La grandezza del suo lavoro è quella di essere riuscito, raccontando storie di gente comune, a coinvolgere il pubblico come mai era accaduto prima. Anche "Turandot", nonostante sia immersa in un'atmosfera favolistica e abbia come protagonista una principessa, coinvolge il pubblico. Ildramma umano è narrato attraverso parole e musiche che arrivano all'animo degli spettatori». Alla morte di Puccini l'opera fu poi completata da Franco Alfano su incarico di Arturo Toscanini. «Puccini e Toscanini si incontrarono poco prima della morte del Maestro - ha aggiunto Gavazzeni -. Non si sa esattamente cosa si dissero, ma sembra che fosse desiderio di Puccini che quest'opera fosse eseguita così com'era: incompiuta». Di fatto nella prima rappresentazione di "Turandot", il 25 aprile 1926 al teatro alla Scala di Milano sotto la direzione di Toscanini, capitò un fatto piuttosto inusuale, che conferma questa versione. A metà del terzo atto, dopo il verso «Dormi, oblia, Liù, poesia!» Toscanini si rivolse al pubblico con queste parole: «Qui termina la rappresentazione, perché a questo punto il Maestro è morto». L'incompiutezza di Turandot è oggetto di discussione tra gli studiosi. C'è chi sostiene che rimase incompiuta non per l'aggravarsi della malattia ma per una sorta di impossibilità da parte del Maestro di interpretare il trionfo d'amore conclusivo. Nodo cruciale del dramma, che Puccini cercò di risolvere, è la trasformazione della sanguinaria principessa di gelo, Turandot, in una donna innamorata. Un'affascinante interpretazione l'ha suggerita il direttore Francesco Ivan Ciampa, che guida l'Orchestra dell'Ente in questa produzione. «L'incompiuta "Turandot" si accosta perfettamente dal punto di vista artistico al "non-finito" di Michelangelo. La principessa crudele resta come intrappolata nel suo blocco di marmo, l'autore la rappresenta nell'attimo in cui la trasformazione si sta ancora compiendo».Nel corso della presentazione è emersa la grande sinergia nata, in questi giorni di prove, tra il regista e il direttore d'orchestra della "Turandot" sassarese: «Abbiamo lavorato sulla stessa interpretazione dell'opera - ha detto il regista Filippo Tonon - nel rispetto della tradizione, ma con un approccio moderno. Per raccontare Turandot mi sono aggrappato all'impianto favolistico dell'opera».L'allestimento sassarese è molto atteso per il successo che ha già riportato a Maribor e al Filarmonico di Verona, oltre che per i suoi interpreti, tra cui Rebeka Lokar (Turandot) e Walter Fraccaro (Calaf).

L'opera

Turandot

Turandot

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